CSI MATERA PRESENTE AI FESTEGGIAMENTI PER GLI 80 ANNI DEL GEMELLATO COMITATO DI CAMPOBASSO IN MOLISE

CSI MATERA PRESENTE AI FESTEGGIAMENTI PER GLI 80 ANNI DEL GEMELLATO COMITATO DI CAMPOBASSO IN MOLISE

Scambi di idee e grande partecipazione in una Regione molto simile alla Basilicata
Dal convegno: “La pratica sportiva valore aggiunto delle comunità nelle aree interne”

IL CENTRO Sportivo Italiano di Matera ha preso parte ai festeggiamenti per gli 80 anni del Comitato Territoriale del Csi di Campobasso, da diversi anni gemellato con il sodalizio presieduto da Lorenzo Calia. Una delegazione composta da Cosimo Ambrosecchia, Eustachio Di Cuia e Nino Di Cuia ha preso parte alla giornata di approfondimento voluta dal presidente di Campobasso, Carmine Palmieri e organizzata nella spettacolare e storica location del Castello di Tufara.

Per l’occasione, il Comitato Csi di Campobasso ha organizzato un Convegno dal tema molto caldo anche per l’intero territorio lucano, quello dell’importanza della pratica sportiva in aree interne e spesso con popolazione in forte diminuzione, con l’esodo giovanile e una crescente difficoltà per chi resta. Tante le idee che il Convegno “La pratica sportiva valore aggiunto delle comunità nelle aree interne” ha estrapolato dai vari e qualificati interventi. Dopo i saluti del presidente Carmine Palmieri il sentito intervento della consigliera regionale del PD Micaela Fanelli, e del presidente del consiglio comunale Gianpiero Farnese. Hanno partecipato al dibattito anche i presidenti dei comitati di Cassino, Mario Scuro, di Campania, Antonio Tramontano e di Frosinone, Biagio Saccoccio, come anche il referente per le attività sportive di Lanciano e Ortona, Josè Ramundo.

Partendo dalla similarità delle due regioni Basilicata e Molise, tra i quali lo spopolamento, la prevalenza delle aree interne e con lo sviluppo industriale solo nelle zone costiere, che porta a divenire problematica anche la pratica dello sport, Cristoforo Nino Di Cuia ha portato al dibattito l’esperienza del Comitato di Matera  la sua esperienza maturata a livello nazionale come componente del Collegio Nazionale dei Probiviri del Centro Sportivo Italiano. Nonostante i tanti problemi, ha spiegato “l’impegno profuso in questi anni ha portato comunque un incremento delle attività, grazie alle società sportive formate da volontari”. Aggiungendo “Il motto del Csi è “Educare attraverso lo sport” e questo modello ha consentito la diffusione delle società affiliate con centinaia di migliaia di praticanti nella quasi totalità bambini e ragazzi negli oratori o praticando attività di base. Spesso, comunque, il Csi ha prodotto campioni mondiali che sono nella memoria di tutti noi. Penso a Sara Simeoni, Boninsegna, Facchetti, Mondonico. Tanti sono stati gli sport che il Csi ha reso praticabili.  Questo modello educativo e sportivo negli anni si è evoluto. C’è stata una prima fase di sviluppo del modello di base o di piazza e, con il tempo, si è passati a una attività più strutturata su tutto il territorio nazionale, con l’indizione di un percorso sportivo più “agonistico” con campionati nazionali, finali e percorsi più impegnativi dal punto di vista tecnico e organizzativo. Tutto senza snaturare la natura e l’essenza della associazione che, per sua natura, accoglie tutti e lascia “indietro nessuno”. È qui, forse, che occorre un attimo fermarsi e domandarsi: Nei nostri territori, quale tipo di attività sportiva, che sia veicolo di sviluppo psico-fisico, è necessaria e, soprattutto, verso quali fasce di popolazione”.

Ora la sfida è guardare oltre. “Quali strategie occorre adottare per coinvolgere un numero di praticanti sempre più vasto, considerato che lo spopolamento nella stragrande maggioranza dei nostri comuni, sta determinando un innalzamento costante ma inesorabile dell’età media degli abitanti dei comuni, soprattutto interni? – si è chiesto Di Cuia –. Inoltre la pratica degli sport tradizionali, penso al calcio, può ancora essere elemento trainante di sviluppo della pratica sportiva nella totalità delle situazioni? Non vogliamo insegnare niente a nessuno, soprattutto agli amici del Molise, ai quali ci accomuna un lunghissimo sodalizio di amicizia e condivisione di valori etico-sportivi, culminati parecchi anni addietro con la formalizzazione di un gemellaggio con il comitato di Campobasso. Possiamo solo portare l’esperienza fatta negli ultimi anni, proprio per coinvolgere aree interne della nostra provincia di Matera, strutturata orograficamente in maniera non dissimile dalla provincia di Campobasso. Ebbene abbiamo avviato, nel tempo, progetti in diverse direzioni quali sinergie con le parrocchie dei comuni delle aree interne, progetti con le amministrazioni locali, realizzazione di campionati in categorie di età under 10 e under 12 in sport, basket e pallavolo. Avvio di uno “Sport per adulti”, ginnastica dolce, camminate non impegnative, tornei riservati esclusivamente agli over. Questo è un elemento, lo sport per adulti e anziani, verso cui il Csi deve necessariamente orientare lo sguardo nel prossimo futuro, poiché forte sarà l’esigenza di rispondere alle legittime aspettative di una grande fascia di praticanti di attività non eccessivamente logoranti dal punto di vista psico-fisico. Quello descritto è un percorso molto impegnativo che richiede ragguardevoli sforzi e supporti importanti, soprattutto da partners istituzionali. Alle amministrazioni pubbliche, invece, è richiesto lo sforzo di riconoscere la validità dell’attività sportiva di base, affidandole il compito di efficace antidoto alle devianze che coinvolgono ragazzi in età sempre più precoce quali la solitudine, malattie psicologiche, sindromi da nomofobia, bullismo nonché quale forma di risparmio a lungo termine nella prevenzione di patologie che una corretta pratica sportiva riesce a prevenire e o ad evitare. È richiesto loro, inoltre, di riconoscere, supportare e, dove possibile, fornire appoggio anche economico, alle organizzazioni come il Csi, strutturate essenzialmente di volontari, che mettono a disposizione della comunità tante ore del proprio tempo sottraendolo spesso alle proprie famiglie”.

Nel corso della ricca giornata di interventi e scambi di idee, il commissario del comitato regionale del Csi Molise, Pietro Montanaro, dopo aver salutato i presenti ha voluto far dono di una targa ricordo al presidente territoriale del Csi Carmine Palmieri per il suo impegno ultraventennale come amministratore prima e poi come presidente. Un momento di condivisione che ha senza dubbio arricchito tutti, in un’ottica di vecchie e nuove collaborazioni che potranno far bene ai Comitati di Regioni che vivono similari difficoltà, ma che vogliono con forza superarle e guardare al futuro con ottimismo.